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Fashion is a religion. This is the bible.

1 marzo 2010

A Milano, la settimana della Moda sta volgendo al termine. Puntale, ogni sei mesi, l’immancabile appuntamento patinato  trasforma per una settima la città. Le strade meneghine diventano catwolk improvvisati, solcati da modelle che corrono da un casting all’altro ed auto blu che si fanno largo sfrecciando nel traffico. Oltre alle novità (più o meno tali) presentate sulle passerelle, Milano Moda Donna AI 2010/2011 si farà ricordare per le iniziative di due Première Dame: Letizia Moratti e Anna Wintour. Entrambe hanno fatto discutere, la prima per aver imposto in uno dei giorni più imprtanti del calendario delle collezioni il blocco del traffico, scatenando prima il panico tra gli operatori del settore, per poi emettere un’ordinanza che ne permetteva la circolazione, trasformando perciò l’iniziativa in bufala. La seconda, il direttore di Vougue America, invece, ha tentato “nella sua onnipotenza” di modificare a suo comodo il calendario della modamilanese, lamentando gli appunatmenti troppo fitti che non le avrebbe permesso di seguire ogni sfilata in front row (con i suoi immancabili occhialoni da sole). La pretesa di concentrare una settimana di sfilate in tre giorni per il “Volere” della Signora  ha incontrato l’insorgenza dei designer italiani che non si sono chinati al suo desiderio. Per conoscere meglio le attitudini/abitudini di Anna Wintour date uno sguardo a The September Issue, documentaio statunitense sul mondo della moda. Le telecamere seguono per diversi mesi la celebre direttrice di Vogue US, durante gli incontri di lavoro e le settimane della moda. La pellicola è stata presentata in anteprima al Sundance Film Festival 2009 ottenendo un premio come Miglior Documentario. Desiderio della regina di scrollarsi di dosso quell’aria poco cordiale che il film Il Diavole Veste Prada le ha cucito addosso o ritratto della vita quotidiana di colei che , si dice, definisca stagione per stagione i dettami della moda?

A voi la sentenza.

 

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